Non è facile crescere, non lo è mai stato. La sensazione, però, è che le interazioni sociali tra gli adolescenti si stiano complicando ogni giorno di più, forse complice anche una tecnologia che aiuta sì a creare contatti ma anche ad amplificare velocemente i messaggi (compresi quelli sbagliati). Ecco perché è compito dei genitori tutelare i figli da questo pericolo tenendo gli occhi aperti, dialogando molto con loro e cogliendo tuti i segnali tra cui anche questa storia del tema sul bullismo che molto spiega e molto servirà a tutti.

I fatti dietro al tema sul bullismo

In questi giorni molto si scrive sul tema sul bullismo, I giornali raccontano che a scuola c’era un ragazzo che ogni giorno umiliava un compagno disabile, lo insultava, sputava sulle sue cose e nel suo bicchiere, gli prendeva le mani come fosse una marionetta e nessuno interveniva. La denuncia di bullismo, poi, per fortuna è arrivata. E’ arrivata, a sorpresa, da un tema in classe sull’uguaglianza svolto dagli alunni di una seconda media di Torino che ha portato alla luce tutte queste vessazioni. Dalla penna di uno studente, quindi, è partita una denuncia che ha portato a processo gli insegnanti (di sostegno e di potenziamento) con l’accusa di “concorso in atti persecutori per omesso controllo”.

Le decisioni del giudice

Nonostante i fatti raccontati sul tema sul bullismo risalgano al 2015, solo pochi giorni fa il Pubblico Ministero ha chiesto una condanna a un anno e sei mesi per i professori che non hanno vigilato con queste motivazioni:

Erano quasi sempre assenti e, quando c’erano, erano impegnati a guardare il cellulare o il tablet.

Il caso vuole che il giorno del tema sul bullismo, il “carnefice” fosse assente. Questo ha dato ad un alunno il coraggio di raccontare le umiliazioni e le vessazioni che il loro amico, affetto da encefalomalacia, era costretto a subire, quotidianamente. Dal manoscritto si è scoperto anche altro:

Durante l’intervallo o l’ora di alternativa, il bullo andava nell’auletta del primo piano a cercare la sua vittima, nell’indifferenza totale dei professori che avrebbero dovuto vigilare. E così il bullo agiva incontrastato: tra i coetanei era riuscito a creare un clima di totale sottomissione.

Le dichiarazioni degli studenti

Dietro alla storia del tema sul bullismo c’è un meccanismo di omertà involontaria che sta alla base anche del cyberbullismo e delle violenze sui giovani. Lo spiegano gli stessi ragazzi con queste testimonianze:

Avevo paura a parlare, temevo che gli altri non mi avrebbero seguita. Nessuno osava opporsi.

Com’è finita

Il bullo non è finito a processo: ora ha diciotto anni, ma all’epoca dei fatti non aveva ancora 14 anni e non era imputabile. L’insegnante di sostegno, invece, ha patteggiato un anno di reclusione mentre quello di potenziamento ha scelto di affrontare il processo. Una brutta storia, seppur a lieto fine, che andrebbe inserita nel contesto più ampio che si apre quando le comunicazioni tra giovani passano dalla rete. E’ così che avviene la trasformazione da bullismo a cyberbullismo.

Cos’è il Cyberbullismo

Partiamo dallo stabilire la definizione di Cyberbullismo che, secondo gli esperti, è:

una forma di bullismo condotto attraverso strumenti telematici, come ad esempio tramite in Internet o social network.

Il termine Cyberbullying è stato inventato dal docente canadese Bill Belsey. Da questa intuizione, poi, i giuristi anglofoni hanno cominciato a distinguere tra:

  • cyberbullying per sé (“ciberbullismo” ), che avviene tra minorenni;
  • il cosiddetto cyberharassment (“cibermolestia”) che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne.

La copertura legale di Globale Casa

Non sempre si ha la fortuna di avere un outing come nel caso del tema sul bullismo. E’ importante, quindi, cercare protezione per vostri figli in prima persona. Tra le coperture che sono incluse nella nostra polizza Globale Casa, ce n’è una che riguarda il Cyberbullismo e che va valutata con attenzione. Il capo famiglia, infatti, usufruisce della tutela legale necessaria per seguire un figlio minorenne eventualmente accusato di atti di bullismo cibernetico.

Si può entrare in terreni scivolosi per tante ragioni differenti o, addirittura, si può essere accusati senza essere colpevoli. Resta il dato di fatto che, in una situazione così spiacevole e difficile, questa battaglia non è mai bene combatterla da soli.

Venite a scoprirne di più su questa tutela nella sede di Roma in via Timavo 3. Un nostro consulente sarà lieto di spiegarti tutto senza impegno. Oppure compilate il form sottostante senza impegno e verrete ricontatti quanto prima per un preventivo gratuito.